13 nov 2013

Elsa Schiaparelli, la leggenda italiana della moda


Sono passati 40 anni esatti dalla morte di Elsa Schiaparelli e oggi si torna a parlare di lei, non solo per l'anniversario della sua scomparsa, ma anche per la recente attribuzione della direzione creativa del marchio allo stilista italiano Marco Zanini
Per celebrarne la memoria e anche il ritorno in passerella, abbiamo deciso di evidenziare tre concetti chiave che fanno di Elsa Schiaparelli "La stilista" per eccellenza, un'artista rivoluzionaria e sempre, incredibilmente contemporanea.  



Un abito rosa shocking disegnato da Elsa Schiaparelli 

1. ROSA SHOCKING – Nel 1936, la Schiaparelli lancia Shocking, profumo dal packaging color magenta intenso: una tonalità assolutamente inedita per l'epoca. Grazie alla stilista Il colore "rosa shocking" fa il suo esordio nel mondo della moda e verrà riproposto per alcuni dei suoi capi più celebri.




Labito Aragosta nella versione originale disegnata da Dalí e la Schiaparelli e in una rivisitazione indossata da Anna Wintour

2. ARTE – Giacometti, Cocteau, Ray, Picabia, Duchamp, e soprattutto Dalí sono solo alcuni degli artisti che incrociano il cammino della Schiaparelli. L'abito Aragosta (1937), il Capello-Scarpa (1938), la Cocteau Evening Jacket (1937) rimangono indimenticabili creazioni, esempi di un perfetto sodalizio tra arte e moda.





      Coco Chanel e Elsa Schiaparelli

3. ELSA vs COCO – Si è spesso parlato di antagonismo tra Elsa Schiaparelli e Coco Chanel. In realtà, le due stiliste sono accomunate da un obiettivo comune: elevare la figura femminile e portarla al centro dell'attenzione di un design che sia funzionale e sottolinei la libertà della donna. Se di antagonismo si tratta, dovrebbe piuttosto avere un'accezione stilistica: l'essenzialità di Chanel contro l'estro fantasioso della Schiaparelli.

Grazie all'acquisizione del marchio da Diego Della Valle (2007) e a Schiaparelli and Prada: Impossible Conversations (2012) si è tornati a parlare del design e delle donne italiane nel mondo. Le conversazioni simulate tra le due stiliste sono simbolo del confronto tra due epoche opposte e quasi inconciliabili, in cui una, la più recente, è però frutto e diretta conseguenza dell'altra, in un inaspettato parallelismo di intenti attraverso approcci assolutamente differenti. Oggi la maison passa nelle mani di un uomo che ha saputo dimostrare di percepire l'estetica femminile e sottolinearne il legame con il passato. 
Chissà cosa ne penserebbe Elsa... 

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