“Non sono una bella donna. Non faccio girare la testa,
quindi l’unica cosa che posso fare è vestirmi meglio di chiunque altro”.
Si sa che era una donna che riusciva nei suoi intenti e,
dopo essersi fatta preferire alla corona d’Inghilterra, conquistare quella di
regina di stile deve essere stato un gioco da ragazze.
Avere come marito un membro della famiglia reale che ti
regala ciondoli di Cartier come se fossero braccialetti tibetani può
decisamente averle dato una spinta, però la signora ci ha messo del suo. Come
quando convinse Salvador Dalì a disegnarle una stampa per dare quel tocco in
più all’abito Schiapparelli con cui sarebbe apparsa su Vogue.
Il suo stile era ritenuto lo zenith della sofisticatezza
tanto che il tono di blu del suo vestito di nozze venne rinominato “Wallis
Blue”.
Se fosse vissuta ai giorni nostri avrebbe avuto trai suoi
speel dial Rouland Mouret, Christian Dior, Main Rousseau Bocher e Elsa
Schiapparelli. Le malelingue dell’epoca sostenevano invece che tra Madamoiselle
e la Duchessa non scorresse buon sangue, ahimè.
La Simpson non lasciò mai nulla
al caso, nemmeno il dolore per la morte del marito le impedì di stare in piedi
tutta la notte con il caro amico Hubert Givenchy per
decidere quale fosse la lunghezza perfetta per il suo velo di chiffon.
Bandita dall’inghilterra, tacciata di essere una
sostenitrice di Hitler, ex amante di Galeazzo Ciano (non esattamente il ragazzo
della porta accanto) e icona di stile mondiale la Simpson è stata decisamente
una maestra di strategia e di stile.
Rouland Mouret disse “amatela o odiatela, ma il mondo sarà
sempre ossessionato da lei”, chapeau.
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